Le siringhe, una volta usate, diventano rifiuti potenzialmente infetti e a rischio infettivo; pertanto, non possono e non devono essere trattate con superficialità ma richiedono un occhio in più prima di essere gettate all’interno dei sacchetti di casa.
La puntura accidentale con un ago utilizzato su una persona portatrice di determinate patologie, espone al rischio di contrarre un’infezione batterica o virale. Per questo motivo, il conferimento improprio mette a rischio sia chi ha conferito in maniera sbagliata la siringa, sia gli operatori ecologici, nella normale attività quotidiana di raccolta dei rifiuti, nonostante tutti i dispositivi di sicurezza indossati dai lavoratori.
A seguito di una puntura con siringa potenzialmente infetta, il cittadino privato deve rivolgersi ad una struttura sanitaria per attivare una eventuale profilassi sanitaria. Relativamente al personale di Gelsia Ambiente si parla di evento infortunistico infettivologico, che richiede una profilassi urgente al pronto soccorso con controlli e monitoraggi che arrivano fino ad un anno e, purtroppo, nonostante le numerose indicazioni sulle corrette modalità di gestione, questo infortunio accade ancora con una certa frequenza; basta pensare che in Gelsia Ambiente sono ben due i casi registrati nel 2021.
La soluzione è semplice: una volta utilizzata una siringa (il discorso vale anche per i pungidito per la misurazione della glicemia) è obbligatorio proteggere l’ago con l’apposito cappuccio e fissarlo saldamente in modo che non si sfili. Ancor meglio è inserire la siringa in un contenitore rigido e ben chiuso. Dopodiché, il sacco corretto dove buttarlo è il sacco dell’indifferenziato; no quindi al sacco giallo, all’umido, al contenitore dei farmaci scaduti e tantomeno ai cestini stradali.
Solo in questo modo è possibile evitare che chi conferisce in maniera errata la siringa si punga ed evitare che il personale di Gelsia Ambiente si infortuni, eventi che sarebbero causati unicamente dalla noncuranza nella gestione di questa tipologia di rifiuto; ma soprattutto, solo in questo modo è possibile proteggere e tutelare le persone dal rischio di contrarre potenzialmente una malattia.